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Mar 19 2008

Anticipazioni - Roberto Ellero: forza sociale del video su Web

Quando ci si imbatte nel problema dell’accessibilità dei contenuti multimediali distribuiti in Rete, la mente corre alla sottotitolazione, in forma quasi esclusiva.

Si tratta di un automatismo che richiama la pagina 777 di Televideo o la sottotitolazione cinematografica: l’idea di sottotitolo viene trasferita nella fruizione Web accessibile quale unica preoccupazione.

In realtà, la sottotitolazione su Web non presenta particolari difficoltà, a parte il tempo da dedicare alla trascrizione del parlato. Ma soprattutto è bene precisare che i sottotitoli sono l’aspetto meno necessario per un servizio video accessibile.

Se i sottotitoli sono fondamentali per chi è diventato sordo nel corso della vita, e sono importanti per situazioni in cui non è possibile attivare l’audio (per esempio, in ufficio) e utili per i contenuti a finalità didattica, essi non sono invece sufficienti per chi è nato sordo. Il sordo dalla nascita utilizza come lingua madre la lingua dei segni: la “total communication” consisterà quindi dei sottotitoli associati all’interpretazione in lingua dei segni.

Per molti, poter scorrere il testo aiuta la memorizzazione ed è quindi utile avere uno strumento capace di rinforzare nell’ascoltatore i concetti espressi dallo speaker. Del resto, è proprio su questo rinforzo fra codici diversi che si fonda la potenza degli audiovisivi per trasmettere messaggi: ogni video parte sempre da un testo e al testo ritorna (un libro si legge generando immagini nella mente, e il percorso inverso conduce all’audiodescrizione, che è a sua volta un testo).

Per converso, associare un video ai testi è utilissimo per esempio ai dislessici. Poter ascoltare contenuti, invece di leggerli, permette al dislessico di ridurre enormemente i tempi di studio e il dispendio di energie. Trovare mezzi facilitanti è quindi di fondamentale importanza per garantire pari opportunità di conoscenza. Se all’audio aggiungiamo l’informazione visiva, costruita come rinforzo iconico ai contenuti audio, aumentano le possibilità di memorizzazione e interiorizzazione dei contenuti.

Il lavoro più difficile è calibrare i codici per integrarli al meglio, e questo vale anche per il montaggio video associato a testi che sono stati semplificati ma senza però perdere il rigore espositivo.

Da questa breve introduzione si sarà intuito che la sottotitolazione è solo uno dei tasselli che compongono un audiovisivo progettato avendo in mente l’accessibilità. Per riassumere: per realizzare video accessibili servono la Lis, la sottotitolazione, il commento audio dell’informazione visiva per chi non vede e la trascrizione.

Nel seminario cercherò di illustrare nel poco tempo a disposizione le tecniche per fare tutto ciò, fornendo solidi riferimenti disponibili in Rete. In particolare, però, l’attenzione sarà rivolta a cosa succede quando si progetta e si realizza da zero un video accessibile: si conoscono molte persone, si possono mettere in atto strategie di comunicazione su più versanti, si possono mettere in dialogo mondi che di solito rimangono lontani e separati.

Mostrerò inoltre in anteprima uno spettacolo teatrale adattato al Web, progettato per le modalità di fruizione specifiche del Web (diverse da quelle dei media audiovisivi tradizionali) e sottotitolato, audiodescritto e messo in parallelo con lo stesso spettacolo interpretato da attori sordi con la lingua dei segni.

Da questa doppia messa in scena dello stesso testo teatrale, nella visione affiancata e simultanea, nascono – come si vedrà - molti spunti di riflessione e molte prospettive di ricerca e sperimentazione. Ce lo consente una tecnologia nata proprio sulla scorta di queste riflessioni.

Ma non basta che un video sia accessibile, deve essere coinvolgente e catturare l’attenzione.

Per farlo, probabilmente deve trasmettere esperienze. La realizzazione del video che presento al seminario coinvolge due compagnie di teatro che sono due comunità, intorno a un testo da comunicare in modi diversi ma in dialogo.

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