Mar 19 2008
Anticipazioni - Oreste Signore: Introduzione al Semantic Web
Contenuto
Il seminario è rivolto a chi è interessato ad apprendere gli elementi essenziali del Semantic Web. I concetti verranno presentati in maniera semplice, evitando di scendere nel dettaglio dei formalismi.
Il Web come fonte di conoscenza
“Lo cerco sul Web” è ormai un’ espressione usuale, che testimonia come il Web sia percepito come un serbatoio di conoscenza. Per fruire delle informazioni disponibili sul web, però, spesso è necessario combinare dati provenienti da fonti diverse ed eterogenee. Per gli esseri umani questo processo è ragionevolmente semplice, anche se spesso noioso e ripetitivo, e sarebbe quindi desiderabile che le macchine potessero automaticamente combinare la conoscenza proveniente dalle diverse fonti e, ancor meglio, derivarne di nuova. Ciò però è impossibile senza un adeguato meccanismo per la rappresentazione della conoscenza.
Dal Web al Semantic Web
Il Web è stato concepito essenzialmente come un ambiente sociale, in cui tutti potessero contribuire alla crescita della conoscenza condivisa, indipendentemente dalle differenze di cultura o da limitazioni tecnologiche o fisiche.
Già nella prima, originaria proposta, gli elementi informativi erano collegati da legami semanticamente definiti e ricchi. Il web si è quindi via via evoluto, sotto la guida del World Wide Web Consortium (W3C) da una struttura estremamente semplice ad una assai più complessa, che però non differisce strutturalmente da quella iniziale.
Da qualche anno i ricercatori stanno lavorando intensamente per la realizzazione del Semantic Web, che può essere definito come un’ infrastruttura basata su metadati per svolgere ragionamenti sul Web. Nel Semantic Web la conoscenza è rappresentata in maniera elaborabile dalla macchina, e può essere utilizzata da componenti automatizzati, denominati agenti software. Il Semantic Web, naturale evoluzione del web attuale, potrà funzionare solo se le macchine potranno accedere ad un insieme strutturato di informazioni e a un insieme di regole di inferenza da utilizzare per il ragionamento automatico.
Le tecnologie del Semantic Web
I metadati sono informazioni, elaborabili in modo automatico, relative alle “risorse” web, identificate univocamente da un URI (Uniform Resource Identifier). La tecnologia di riferimento per la codifica, lo scambio e il riutilizzo di metadati strutturati è RDF (Resource Description Framework), basata su un modello molto semplice di “statement”, rappresentabili come triple (in termini più formali, una tripla forma un “grafo diretto etichettato”).
Per esprimere le restrizioni sulle associazioni, in altri termini per evitare che possano essere codificati degli “statement” sintatticamente corretti, ma privi di senso, è necessario un meccanismo per rappresentare “classi di oggetti”. Da questa esigenza nasce “RDF Vocabulary Description Language”, che mantiene anche, per ragioni storiche, il nome di “RDF Schema” (RDFS).
Per poter effettuare dei ragionamenti, per definire le classi, e per varie altre esigenze, però, RDFS non è sufficiente, e occorre un modo per rappresentare la conoscenza e le regole che permettono di dedurre ulteriore conoscenza: l’ontologia.
Ma il Web è intrinsecamente distribuito, e quindi occorre un linguaggio che non solo permetta di esprimere dati e regole sui dati, ma che consenta anche di esportare questa conoscenza (ontologia) per renderla disponibile a qualunque applicazione. Il W3C ha definito, per questa esigenza, il Web Ontology Language (OWL).
Materiale didattico
Presentazione disponibile all’ URI: http://www.w3c.it/talks/2008/wsb08/
Popolarità: 13% [?]
19 Marzo 2008, ore 16:59
[…] Oreste Signore, sul semantic web. […]