Nel Dizionario online De Mauro, l'accessibilità è definita semplicemente come "l'essere accessibile".
Tuttavia, nella home page del sito è presente un avviso che implica una definizione implicita specialistica, di cui non c'è traccia nel relativo lemma del dizionario.
Dalla ricerca del significato comune del termine 'accessibilità', ricaviamo una prima informazione, generica ma indicativa.
La prima informazione è negativa: il significato specialistico di accessibilità, che vedremo successivamente, non è ancora trapassato nel senso comune.
Se chiediamo a una persona qualunque, priva di particolari competenze culturali, di spiegarci di cosa si occupano la matematica e l'astronomia non avrà difficoltà a dirci che la prima si occupa di numeri e la seconda di stelle. Se chiediamo, invece, a questa stessa persona di dirci di cosa si occupa l'accessibilità, e in particolare quella sua sottospecie che è l'accessibilità del Web, molto probabilmente non saprà rispondere.
Accessibile, aggettivo
Fonte: Vocabolario della lingua italiana Treccani
1. A cui è possibile accedere, che è di facile accesso: una località poco accessibile; rocca accessibile da due lati;
2 fig. Di nozione che s'intende facilmente: sono concetti accessibili anche ai fanciulli.
Fonte: Dizionario della lingua italiana De Mauro
1 a cui si può accedere, raggiungibile: spiaggia a. solo dal mare
2 fig., di qcn., disponibile, cordiale: certi professori sono poco accessibili
3 di qcs., comprensibile: libri accessibili anche ai bambini
4 modico: prezzo accessibile
Accessible, adjective
Fonte: The Oxford Dictionary of English
1 (of a place) able to be reached or entered: the building has been made accessible to disabled people.
2 able to be easily obtained or used: making learning opportunities more accessible to adults.
3 easily understood or appreciated: an accessible account of his theories.
Fonte: Cambridge Advanced Learner's Dictionary
1 able to be reached or easily obtained: The resort is easily accessible by road, rail and air.
2 easy to understand: Lea Anderson is a choreographer who believes in making dance accessible. || Covent Garden has made some attempt to make opera accessible to a wider public.
Accesible
Fonte: Diccionario Actual de la Lengua Española De Agostini
adj. Que tiene acceso. || fig. De fácil acceso o trato. || fig. Fácil de comprender.
Accessible
Fonte: Trésor de la Langue Française
informatisé
Adjectif. Dont l'accès est possible ou facile. || Qui est à la portée de qqn. || [En parlant d'une valeur analysable par l'intelligence] Qui peut être compris (par un grand nombre de pers.): «Il convient de se résigner aux seules vérités qui sont accessibles à notre connaissance.»
Accessibilis, e
agg. Accessibile (Tertulliano: "visum Christum per accessibilem utique lucem", "ille qui inaccessibilem lucem habitat", Adversus Praxean)
Dalle varie definizioni di "accessibile" fin qui riportate si ricavano, insieme ad altri, due significati sempre presenti, che ci interessano ai fini del nostro discorso generale sull'accessibilità:
Accessibile fisicamente --> RAGGIUNGIBILE
Accessibile mentalmente --> COMPRENSIBILE
Dalla ricerca del significato comune del termine 'accessibile', ricaviamo una seconda informazione, da aggiungere alla prima (quella negativa, che avevamo ricavato dall'analisi del significato comune di 'accessibilità').
La seconda informazione è positiva: il termine 'accessibile' è ben noto al senso comune e vuol dire 'raggiungibile con facilità'.
La facilità di accesso, sottesa dal termine 'accessibile', ha due sottospecie:
Passando dai dizionari al Web, il concetto di
'accessibile' viene ridefinito in senso specialistico.
L'ente sovranazionale che si occupa di codificare l'accessibilità per il Web è il World Wide Web Consortium, abbreviato in W3C (sito: http://www.w3.org).
Detto per inciso, il compito del W3C va molto oltre l'accessibilità in senso stretto: si occupa infatti di standardizzare tutti i linguaggi utilizzati sul web, cioè quei linguaggi usati per lo scambio di dati digitali fra macchina e macchina e fra uomo e macchina.
UN MITO DA SFATARE
l'accessibilità non riguarda solo le persone con disabilità, come
comunemente si crede, ma riguarda TUTTI.
Il principale significato comune del
termine 'accessibile' - qualcosa di raggiungibile facilmente - è
eticamente neutro.
In altre parole, che qualcosa sia accessibile o
inaccessibile è un dato di fatto, non un giudizio morale (per
esempio, un fiume in piena è inaccessibile alla navigazione e
questo è un fenomeno naturale che non ha senso valutare come
eticamente buono o cattivo).
Nel senso comune, insomma, accessibile non significa automaticamente buono o virtuoso, così come inaccessibile non significa automaticamente cattivo o vizioso.
Il W3C ridefinisce il termine
'accessible' come un contenuto che può essere usato da
qualcuno con una disabilità.
Lo lega poi al concetto di universalità dell'accesso, per mezzo del celebre motto di T.B.Lee, ricordato in precedenza, che afferma che la potenza del Web sta nella sua universalità e che, pertanto, è essenziale che anche chi soffre di una disabilità possa accedere ai contenuti del Web.
Se, infatti, chi ha una disabilità non può accedere al Web, allora l'universalità non c'è più e il Web perde la sua vera potenza.
Possiamo concludere, allora, che, nel senso specialistico voluto dal W3C, l'accessibilità si occupa di favorire l'accesso universale al Web, con un occhio di riguardo per le persone più svantaggiate, cioè i disabili.
Che un contenuto web sia accessibile o
inaccessibile non è più, allora , un fatto moralmente
indifferente, ma una questione moralmente rilevante,
anzi essenziale.
Una montagna impervia può essere inaccessibile e, se lo è, è un fatto del tutto naturale. La cosa non ha un risvolto etico. Ma una pagina web è un prodotto umano, non è un fatto naturale.
Perciò, se una pagina web è inaccessibile nel senso specialistico definito dal W3C, cioè perché i suoi contenuti non possono essere usati da una persona con disabilità, allora qualcuno viene penalizzato nel suo diritto alla conoscenza e, in certi casi, all'utilizzo di un servizio pubblico.
Ne consegue un risvolto etico
chiaro e inconfondibile: i siti web devono essere resi
accessibili. In caso contrario è in atto una
discriminazione a danno di qualcuno e, dove è penalizzata la
disabilità, la discriminazione assume un carattere particolarmente
odioso.
Proprio perché l'inaccessibilità crea
discriminazione, lo Stato è già intervenuto, in Italia come in altre
nazioni, per fornire uno strumento legislativo che consenta di
proteggere le categorie di utenti del Web penalizzate da siti
sviluppati con criteri inaccessibili.
La legge italiana sull'accessibilità è stata promulgata il 9 gennaio 2004 e s'intitola Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici.
Il titolo della legge e la definizione di accessibilità in essa contenuta mostrano inequivocabilmente che è stata recepita dal legislatore italiano la ridefinizione di 'accessibile' operata dal W3C: «"accessibilità": la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari».
All'interno del sito W3C esiste un
sottosito dedicato completamente all'accessibilità. E' gestito
dalla Web Accessibility Initiative, abbreviato in WAI
(indirizzo web: http://www.w3.org/WAI/).
Il sito WAI contiene, come recita la sua home page, «Strategie, linee
guida, risorse per rendere il Web accessibile alle persone con
disabilità».
A partire dal 1999, anno di
pubblicazione delle WCAG 1.0, il WAI/W3C ha prodotto tre diversi tipi
di linee guida per l'accessibilità. Di tutti e tre i documenti sono
in lavorazione le versioni 2.0, non ancora giunte al rilascio
definitivo.
Al centro dello schema sono i
contenuti di una pagina web (immagini, testo, suoni, animazioni,
grafici, ecc.).
I contenuti vengono
resi accessibili dagli sviluppatori per mezzo di appositi
programmi autoriali e di strumenti di valutazione dell'accessibilità.
Gli utenti possono fruire dei contenuti grazie ai cosidetti programmi utente (user agents in inglese), cioè browser, riproduttori multimediali e tecnologie assistive (lettori di schermo, videoingranditori, sistemi di puntamento alternativi, ecc.).
Le linee guida del WAI-W3C si preoccupano di fornire suggerimenti e metodi per aggredire il problema dell'accessibilità da tutti i lati:
In definitiva, l'accessibilità è
soprattutto un insieme di ricette per eliminare o ridurre le
barriere digitali.
Una barriera digitale è un ostacolo (digitale perché fatto di bit) alla fruizione delle informazioni e dei servizi contenuti in una pagina web, dovuto all'interazione - in proporzioni variabili - di almeno tre fattori:
Riflettiamo sui tre fattori che,
interagendo tra loro e con la costituzione fisica e psichica
dell'utente, contribuiscono a creare una barriera digitale: il modo
in cui la pagina è costruita, il software usato per navigare,
l'hardware di cui dispone l'utente.
E' evidente che, tranne casi rari di reti aziendali molto circoscritte, lo sviluppatore non può imporre in alcun modo all'utente di usare un particolare software o un particolare hardware.
Considerando la varietà di tipologie di utente e di scenari di navigazione possibili, ne consegue che:
l'unica arma di cui lo sviluppatore dispone per favorire l'accessibilità è intervenire sul modo in cui sono costruite le pagine web.
Una pagina web in cui i testi sono
realizzati completamente in grafica non è di per sé
una barriera all'accesso, ma lo diventa se l'utente che naviga la
pagina è un non vedente, per il quale immagini fisse e in
movimento non esistono, mentre esistono solo i testi che le
descrivono.
Analogamente, un filmato non sottotitolato non è di per sé una barriera all'accesso, ma lo diventa se chi guarda il filmato è affetto da una sordità tale, da non consentirgli di comprendere le parole pronunciate nel filmato.
E ancora, un testo scritto in caratteri molto piccoli e non ridimensionabili non è una barriera all'accesso, almeno finché chi deve leggerlo non è un ipovedente privo di ingranditore.
L'accessibilità è complicata perché non esiste un unico scenario di riferimento, ma vi sono tanti scenari quanti sono i tipi di utente che hanno bisogno di usare i contenuti del Web.
Il perimetro dell'accessibilità è ben più vasto del territorio che abbraccia la disabilità in senso stretto.
È impossibile calcolare il numero esatto dei beneficiari, ma si tratta sicuramente di molti milioni di persone in Italia e nel Mondo.
Ma se il numero complessivo di
utenti beneficiari dell'accessibilità è calcolabile nell'ordine dei
milioni, riuscire a raggiungere anche quest'utenza non è
forse una questione di tremenda importanza commerciale?
Consideriamo per esempio un supermercato che offra ai clienti la possibilità di ordinare la spesa via Web e farsela recapitare a domicilio. In un'Italia prossima ventura sempre più piena di anziani e un po' più informatizzata, se il supermercato online saprà essere veramente accessibile farà molti più affari di quanti ne farebbe escludendo anziani, disabili e persone poco alfabetizzate dal numero dei propri clienti via Web.
Avere un sito di commercio elettronico con schede chiaramente leggibili, dotate di testi alternativi, caratteri ridimensionabili, procedure di ordine semplici e comprensibili anche a utenti poco esperti può voler dire, a fine anno, una differenza di fatturato di migliaia o di centinaia di migliaia di euro in più o in meno.
Tralasciamo ora le ragioni (etiche,
legali o commerciali) per le quali si desidera rendere accessibile un
sito e vediamo, invece, quali sono i criteri di progettazione da
seguire per ottenere lo scopo.
Le WCAG 1.0 ne identificano due, che sono chiamati "temi di progettazione accessibile" (Themes of Accessible Design):
Le pagine che si trasformano in
maniera elegante rimangono accessibili a dispetto di qualsiasi
vincolo, tra cui disabilità sensoriali, fisiche e cognitive,
impedimenti dovuti all'ambiente di lavoro o a barriere
tecnologiche. Tra le strategie che fanno parte di questo criterio
di progettazione vi sono:
Tutte le strategie elencate nella
schermata precedente hanno in comune questo: mirano
all'indipendenza dal dispositivo, che è la capacità di un
contenuto web di adattarsi alle caratteristiche di qualsiasi
sistema di input e di output l'utente utilizzi.
(immagine tratta da http://www.w3.org/2001/di/IntroToDI.html).
La capacità di adattarsi alle
caratteristiche dei vari sistemi di input e di output in uso è
distribuita, nel senso che:
onkeypress
).
Delle quattro fonti di adattamento
elencate nella schermata precedente, quella che maggiormente
interessa lo sviluppatore che lavora per l'accessibilità sono i
contenuti.
Rendere accessibili i contenuti web significa infatti, tra le altre cose, renderli indipendenti dal dispositivo.
Ma cosa vuol dire esattamente rendere
i contenuti indipendenti dal dispositivo?
Significa renderli percepibili dall'utente senza perdita d'informazione e indipendentemente da vincoli fisici o tecnologici.
Ora comincia a chiudersi il cerchio. Il primo significato comune di accessibile è, come abbiamo visto all'inizio mostrando le definizioni tratte dai dizionari, qualcosa che può essere raggiunto con facilità fisicamente.
Produrre contenuti indipendenti dal dispositivo serve a ottenere contenuti web che possano essere raggiunti con facilità fisicamente, cioè con i sensi, da chiunque.
Dalle WCAG 1.0:
«Gli sviluppatori di contenuti dovrebbero rendere i contenuti comprensibili e navigabili. Ciò vuol dire non solo rendere il linguaggio chiaro e semplice, ma anche fornire meccanismi di navigazione comprensibili per muoversi tra le pagine. (...) Non tutti gli utenti possono usare segnali visivi come le mappe immagine, le barre di scorrimento proporzionali, i frame affiancati (...). Gli utenti poi rischiano di smarrire le informazioni contestuali quando riescono a vedere soltanto una porzione della pagina, o perché stanno accedendo alla pagina una parola alla volta (sintesi vocale o display braille) o perché stanno accedendo una sezione alla volta (piccoli schermi o ingranditori di schermo). Senza informazioni di orientamento, gli utenti possono non essere in grado di comprendere tabelle molto grandi, elenchi, menu ecc.»
Il cerchio adesso si chiude
completamente.
Rendere i contenuti comprensibili e navigabili nel senso raccomandato dalle WCAG 1.0 (linee guida 12-14) vuol dire soddisfare quel significato comune figurato del termine 'accessibile', riportato dai dizionari, che è comprensibile, ovvero raggiungibile con la mente.
In conclusione, i due temi di progettazione accessibile su cui si basano le WCAG 1.0 non fanno che adattare alla specificità del Web e alle esigenze dei navigatori più penalizzati (le persone con disabilità e coloro che usano attrezzature obsolete o di nicchia) i due significati comuni del termine 'accessibile' che abbiamo messo in evidenza all'inizio, ovvero raggiungibile fisicamente (linee guida 1-11 --> indipendente dal dispositivo) e raggiungibile mentalmente (linee guida 12-14 --> comprensibile e navigabile).
La differenza principale tra le WCAG
2.0 e le WCAG 1.0 è che i quattro principi della versione 2.0 puntano
all'indipendenza dalla tecnologia, mentre le WCAG 1.0 sono
invece dipendenti dalla tecnologia (HTML e CSS).
Dal punto di vista, invece, del significato dato al termine 'accessibile', le WCAG 2.0 seguono la stessa rotta delle WCAG 1.0. Il primo e il secondo principio rappresentano rispettivamente la forma passiva (la percezione) e quella attiva (l'utilizzo) dell'unico concetto di indipendenza dal dispositivo, a cui fa riferimento il primo tema di design accessibile delle WCAG 1.0. Il terzo principio, quello della comprensibilità, riprende il secondo tema di design accessibile delle WCAG 1.0.
La vera novità è il quarto principio (la robustezza), che non si riferisce al rapporto con l'utente ma alle caratteristiche che deve avere l'infrastruttura tecnologica di un'applicazione web.
Per essere percepibile da ogni
tipo di utente, una pagina web deve, dal punto di vista
grafico:
Tale complessità non dovrebbe scoraggiare ma piuttosto far riflettere. Sorge infatti la domanda: ha senso oggi progettare un sito web completamente indifferente alle richieste dell'accessibilità?
Progettare un sito accessibile non significa, infatti, semplicemente aggiungere vincoli che un sito "normale" non deve rispettare, ma progettare un sito:
Insomma, un sito realmente accessibile è un sito migliore sotto quasi tutti i punti di vista rispetto a un sito che non si preoccupa di eliminare le barriere all'accesso.
A meno che non facciate parte di un'avanguardia artistica, sviluppate accessibile!